I grandi vini raccontano
Storie meravigliose
I primi passi di papà Pino
La cantina Masia muove i primi passi nel 1964 quando Pino, uomo di immensa cultura, nonché grande appassionato di
tradizioni locali, acquista un terreno di circa 1 ettaro in località Campeda, territorio di Bosa.
Anni di grande fermento, in cui Pino impianta il suo primo vigneto ed acquista le attrezzature per la vinificazione.
La vigna viene realizzata secondo tradizione locale, a “sa sardisca”: piante allevate ad “alberello” con un tutore centrale, rappresentato da una canna per sostenere la vegetazione. Impianta alcune varietà locali tra cui una selezione di uve rosse tradizionali, moscato, girò e malvasia, con una densità d’impianto molto alta, ricavando spazi molto ristretti, motivo per cui tutte le lavorazioni venivano effettuate manualmente.
Nonna Luigina
Nel frattempo Pino continua a svolgere il proprio mestiere e, essendo una guida turistica, viaggiava in tutta Europa.
Durante le sue prolungate assenze lontano da Bosa era la mamma, Luigina, a seguire la conduzione del vigneto.
Donna di carattere e meticolosa, si occupava di coordinare le lavorazioni del vigneto e provvedeva essa stessa alla vendita del prodotto.

Papà Pino

Vico Tendas

Nonna Luigina
Gli anni della crescita
Con il tempo la passione cresce e nei primi anni 70 Pino, insieme ad un socio amico d’infanzia,
compra un’altra proprietà di circa 14 ettari denominata Lacos, in territorio di Bosa.
Il nuovo terreno comprende principalmente uliveti e i due vi impiantano circa un ettaro di
uve rosse tradizionali e girò, vino rosso da dessert; circa un ettaro e mezzo viene destinato alla Malvasia e al moscato.
Il vino prodotto viene venduto presso una cantina che Pino, nel frattempo, aveva comprato nel centro storico di Bosa,
in via del Carmine: la vecchia “Carrela ‘e Tendas”, cioè la via dei negozi.
Sono anni di grande crescita, in cui la produzione supera i 60 ettolitri di Malvasia e oltre 30 ettolitri di vino rosso.
La Famiglia
Nel 1970, Pino sposa Peppetta e dalla loro felice unione, nascono tre figli, Francesco 1971, Emanuele 1972 e Luigi 1980.
La vita della famiglia scorre scandita dal ritmo della campagna dove, a cadenza annuale,
l’avvenimento più importante è la vendemmia. È un momento avvolto da un alone di sacralità dove,
oltre al duro lavoro, si innestano un'insieme di tradizioni e di festosità che rendono speciale questo rito.
La passione di Luigi
In questa atmosfera bucolica, l’ultimogenito Luigi assorbe come una spugna gli insegnamenti del papà Pino
e, da quando incomincia a prendere coscienza del mondo che lo circonda, decide che la campagna sarà la sua
missione di vita, la sua passione.
Sin da bambino, oltre studiare e praticare sport, Luigi trascorre il tempo libero in vigna insieme al papà e alla mamma,
acquisendo nozioni importanti che gli torneranno utili in futuro, in quel che diventerà il suo ambito lavorativo.
Fu così che, finito il liceo, si iscrive nella facoltà di agraria nella prestigiosa Università Cattolica
del Sacro Cuore di Piacenza e, una volta conseguita la laurea, a ventiquattro anni prende
la coraggiosa decisione di rientrare in patria per dedicare anima e corpo alla sua passione: la viticoltura.
Anni duri, di grandi sacrifici, che uniti ad una passione smisurata gli permettono
di superare le difficoltà e di andare avanti per il proprio cammino.
Un legame fortissimo con il territorio, partendo dalla malvasia per arrivare alla valorizzazione del territorio attraverso le sue specificità.
Le fondamenta
Nel 2008 reimpianta il vigneto di Campeda tutto a Malvasia; nel 2009 prende in affitto parte della proprietà di Lacos, dove oltre alle vigne si occupa anche dell’uliveto secolare e, per diletto, si occupa della produzione di ortaggi, essendo presenti nella proprietà delle sorgenti naturali.
Da subito Luigi cerca di dare un’impronta ecosostenibile alle sue produzioni, recuperando le vecchie varietà coltivate
da tempi remoti nel territorio di Bosa. Parla con gli anziani contadini che avevano tramandato il loro sapere di generazione
in generazione: una conoscenza millenaria fatta di buone pratiche agronomiche e di vinificazione.
Grazie a queste nozioni l’azienda è l’unica, tra le cantine imbottigliatrici, ad ottenere la certificazione per un sistema di conduzione biologico.
La svolta
È un periodo di grandi sacrifici, ma anche di nuovi incontri che danno vita a grandi progetti.
Luigi conosce Franca, barbaricina originaria di Dorgali. In lei ritrova quella grande passione per la cultura sarda e nuova linfa per dare
uno straordinario impulso all’azienda. I due si sposano; da questa unione nasceranno due bambini.
L’attività prende forma; nel 2019 realizza un piccolo laboratorio di vinificazione con rivendita nella piccola
cantina di famiglia e, finalmente, nel 2020 Luigi realizza il sogno di una vita: nasce la prima etichetta Masia.
È la Malvasia di Bosa DOC.
Nonostante il periodo difficile che affligge l’intera umanità a causa della pandemia di Covid,
il primo vino Masia riscontra notevole successo di vendite e soprattutto grande apprezzamento da parte dei clienti.
Le nuove produzioni
Da questa spinta emotiva nel 2023, vedono la luce due nuove etichette: il rosso Moroìdda, frutto di un’attenta selezione
di varietà di uve rosse locali; e sua maestà la Malvasia di Bosa Doc nella tipologia RISERVA: .
unicum a livello mondiale, prodotta con un particolare metodo detto ”ossidativo”.
La produzione prevede l’invecchiamento della Malvasia per un minimo di due anni in botti di castagno,
lasciate appositamente scolme per dar vita alla magia dei lieviti “flor”, completamente naturali.
Solo da uve prodotte in azienda, rese molto basse — circa 20 quintali per ettaro — praticando il sistema biologico in campo
e col minimo intervento in cantina rispettando gli antichi metodi di vinificazione.
Sempre nel 2023, in un’ottica di espansione l’azienda acquisisce un’altra proprietà confinante col vigneto storico di
Campeda. Da qui parte il nuovo progetto: impiantare un vigneto misto con le vecchie varietà locali, a “sa sardisca”.
Proprio come fece papà Pino sessanta anni prima.
Oggi Pino, ormai novantaquattrenne, si gode il merito di essere riuscito a trasmettere ai discendenti
il suo grande sapere e la sua grande passione per il mondo della viticoltura; e noi siamo orgogliosi
di aver intrapreso questo percorso salvaguardando il meraviglioso ambiente che ci circonda.
Il futuro, ne siamo certi, passa sempre dal passato.